Un borghese piccolo piccolo. Il posto fisso non è morto.

Per la prima volta in scena la trasposizione teatrale del celebre romanzo di Vincenzo Cerami: Un borghese piccolo piccolo.
Probabilmente è servita tutta l’audacia del regista Fabrizio Coniglio per adattare e dirigere un classico, reso celebre dal film di Monicelli con un eccezionale Alberto Sordi, che ha collezionato, ormai trent’anni fa, tre David di Donatello e quattro Nastri d’Argento.
Ma un parallelo con il film sarebbe inopportuno e sbagliato. Quello che è interessante è notare quanta modernità c’è ancora in questo testo e come, anche a distanza di anni, i vizi degli italiani non siano poi tanto cambiati.

Sin dalle scene di Gaspare De Pascali, sobrie, ma esaustive, ritroviamo i tre luoghi-simbolo del borghese-tipo: la casa con qualche elettrodomestico rotto e la televisione al centro della stanza, l’ufficio oberato da cartacce e documenti, sintomo della burocrazia statale e infine la seconda casa, il rifugio dalla città, dal lavoro e dalla famiglia.

Se si è sempre visto in Giovanni Vivaldi, l’esempio del lavoratore e padre di famiglia ossessionato dalla logica borghese, tanto da diventare grottesco, qui invece Coniglio si è soffermato soprattutto sul rapporto del cittadino con la giustizia italiana. Giovanni, pur riconoscendo le qualità e l’impegno del figlio Mario, sa che per l’agognato posto fisso al Ministero servono le giuste raccomandazioni ed è pronto a tutto pur di ottenerle.
La preparazione spasmodica al concorso diventa quindi un esercizio sterile. Significativa la scena in cui Mario enumera gli articoli della Costituzione italiana, recitati a memoria, il cui senso è completamente ignorato.

Massimo Dapporto sposa in pieno le intenzioni del regista. L’attore restituisce un borghese contemporaneo, in cui la volontà di “sistemare” il figlio e l’asservimento a certe deviate logiche di potere coincidono. Ad eccezione di qualche battuta che costella il testo, infatti, il borghese di Dapporto è malinconico, cupo, cereo come gli abiti che indossa.
Neppure il tragico finale sembra scuotere il protagonista e fargli quindi cambiare idea. Il borghese sembra impassibile e sempre uguale a sé stesso dall’inizio alla fine. Come un automa continua la sua vita ordinaria. La sfiducia nella legge che lo aveva portato a chiedere le raccomandazioni per suo figlio, torna anche nel finale, quando Giovanni si farà giustizia da solo, probabilmente per dar sfogo ai suoi istinti, fino ad allora soppressi, o proprio perché consapevole che la giustizia non è mai davvero giusta. L’unico momento in cui è davvero sé stesso è vissuto sadicamente e in solitudine.

Lo spettacolo procede in modo lineare, diretto e senza fronzoli. Gli attori in diversi momenti si muovono anche tra la platea, quasi a sottolineare l’appartenenza del pubblico alla stessa categoria dei protagonisti, quella di borghesi. Le luci, le scene e i costumi restituiscono il mondo grigio dei personaggi. Anche le musiche di Nicola Piovani si muovono sulla stessa linea: sottolineano l’incedere degli eventi, senza troppa enfasi.
Con Massimo Dapporto, sulla scena anche Susanna Marcomeni nei panni della madre, nonché casalinga alienata dalla televisione, Roberto D’Alessandro, che incarna perfettamente il ruolo del riverito capo ufficio insensibile, Matteo Francomano è il giovane figlio cresciuto nella bambagia e infine Federico Rubino, l’assassino.

Un borghese piccolo piccolo è ormai un classico della letteratura e del cinema italiano e ha tutte le carte in regola per diventare un classico del teatro.

 


 

di Vincenzo Cerami
Con Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano, Federico Rubino

Musiche originali Nicola Piovani

Adattamento e regia Fabrizio Coniglio

Produzione Pietro Mezzasoma

 

Teatro ELISEO

Da martedì 17 ottobre a domenica 5 novembre 2017

 

Orario spettacoli:

martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00

Primo sabato di programmazione doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00

mercoledì e domenica ore 17.00

 

Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sab 10.00 – 19.00, dom 10 – 16

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234

 

Prezzi da 20 € a 40 €