Romeo e Giulietta. Una tragedia Rock.

“Le gioie violente hanno violenta fine.”

Al teatro Eliseo Andrea Baracco porta in scena Romeo e Giulietta in versione rock. Romeo e Giulietta non è solo l’unica tragedia che Shakespeare dedica completamente all’amore, ma è, probabilmente, la storia d’amore più famosa di tutti i tempi.

La passione travolgente di due giovani, appena adolescenti, che si inebriano di tutti i piaceri che ancora non hanno vissuto. E questo è già rock.

In soli quattro giorni Giulietta da bambina, circondata dalle attenzioni della balia, si trasforma in una donna matura. Ed è proprio il tempo, o meglio l’ossessione del tempo, uno dei focus che il regista ha dichiarato di approfondire.

“La vicenda si svolge in appena quattro giorni e a questa velocità non c’è spazio per alcuna correzione, non si inciampa, si cade, ci si rompe il collo, le ossa e si perde la vita”.

Due strutture in plexiglas (ideate da Marta Crisolini Malatesta) sono le dimore delle due odiate famiglie. Con un pennarello rosa schocking e una grafia nervosa i due giovani scrivono sul vetro frasi d’amore e di angoscia, che ricordano le scritte sui muri delle città.

I costumi (curati da Irene Monti) rispecchiano un’altra scelta registica: non definire temporalmente una tragedia senza tempo. Ecco che allora ai bellissimi vestiti da sera, si aggiungono colletti secenteschi, maschere di paillette, jeans. Anche le musiche si muovono in questa direzione: una playlist inusuale che abbraccia epoche e stili diversi. Da De André, allo Stabat Mater a David Bowie. Alla bellissima traduzione di Salvatore Quasimodo, il regista ha operato tagli che potrebbero destabilizzare i puristi.

Il Romeo e Giulitta di Baracco non è una tragedia politica, o d’amore. Non solo, almeno. È soprattutto una tragedia generazionale. I due amanti di Verona rompono il cerchio di tradizioni, di obblighi e di doveri che da generazioni ha caratterizzato le loro famiglie. Non scelgono i soldi, la posizione sociale, ma l’amore, anche nella morte. In uno spirito esuberante, incosciente, ma autentico che è proprio dei giovani.

 

“Ecco il tuo oro che è un veleno anche peggiore dell’anima dell’uomo, poiché opera più delitti in questo mondo detestabile che non quelle pure e innocenti misture che non ti sarebbe permesso di vendere. Son io che ti vendo del veleno; tu non me ne hai venduto alcuno.”

Lucia Lavia ha interpretato una Giulietta decisa, intraprendente e consapevole delle sue scelte, priva di fronzoli e di civetterie. La sua recitazione impostata, tuttavia, cozza con quella degli altri attori, che hanno scelto un approccio meno didascalico. Antonio Folletto, conosciuto ai più come “’O Principe” di Gomorra, è un Romeo irrazionale, irruento e precipitoso. Folletto arriva dal teatro, ma ha fatto anche molte esperienze televisive, e si vede. Il suo Romeo è diretto, pop.

Il destino dei due amanti, però, si compie grazie a Mercuzio. O meglio dire, grazie alla morte di Mercuzio per mano di Tebaldo.  È da questo momento che comincia la tragedia.

Il personaggio di Mercuzio, insieme a quello della balia, sono le due invenzioni scaturite interamente dalla fantasia di Shakespeare. Non a caso sono le due figure più vive del dramma. Mercuzio è un personaggio che stride con tutto ciò che lo circonda. Non rientra in nessun schema e la sua psicologia resta oscura e indefinibile. La sua saggezza risiede nella sua follia, ma fornisce anche uno sguardo oggettivo sulla vicenda. È quello che i critici shakespeariani definiscono Il fool.

Alessandro Preziosi restituisce un Mercuzio spavaldo, psichedelico, che contiene in sé tutti gli opposti. È giudizioso e avventato, comico e drammatico, virile e femminile insieme. Una grande prova di attore che raggiunge il suo punto più alto nel bellissimo monologo su la  Regina Mab. Preziosi lo recita come un bambino incantato, ma la dolcezza infantile si trasforma presto in rabbia sadica. Con gli occhi spiritati Preziosi-Mercuzio evoca immagini orribili che presagiscono il destino dei due amanti.

Sul giaciglio di pietra i due giovani sanno di essere morti e con le note e i versi di Rock’n roll Suicide, i due si passano una sigaretta. Non sono più Romeo e Giulietta di Shakespeare, sono due giovani seduti su un muretto:

“too old to lose it. Too young to choose it”

 


 

di William Shakespeare 

Traduzione di Salvatore Quasimodo

Regia di Andrea Baracco

Con Lucia Lavia, Antonio Follletto, Alessandro Preziosi, Gabriele Portoghese, Elisa Di Eusanio, Woody Neri, Roberta Zanardo, Giacomo Vezzani, Mauro Conte, Dario Iubatti, Laurence Mazzoni, Daniele Paoloni, Alessia Pellegrino.

Scene di Marta Crisolini Malatesta.

Costumi di Irene Monti

Luci di Piero Sperduti

Musiche di Giacomo Vezzani

Produzione KHORA.teatro / Teatro Stabile d’Abruzzo

Dal 14 febbraio al 5 marzo 2017

Martedì – Giovedì – Venerdì – Sabato: ore 20.00

Mercoledì – Domenica: ore 17.00

Primo sabato: 16.00 – 20.00

TEATRO ELISEO

Via Nazionale 183, 00184 Roma

Biglietteria: 0683510216